In questi anni il termine Smart City ha subito continue e profonde trasformazioni e ci sembra imprescindibile provare a fare chiarezza sulla sua accezione attuale. Tale concetto non è schematizzabile attraverso un modello da adottare, ma è una visione, o potremmo dire un sogno, che la città sceglie di seguire: Smart City è una città che promuove uno sviluppo sostenibile di lungo periodo.
La Smart City, come la intendiamo oggi, è composta da tre elementi fondanti: tecnologico, economico e sociale. Quando si prende in analisi un determinato contesto urbano questi devono essere interpretati e contestualizzati, non solo sulla base del livello di sviluppo economico, ma sulle sue caratteristiche e peculiarità, sui suoi punti di forza e debolezza, sulla sua identità. In questa prospettiva qualsiasi città può essere Smart ed ogni collettività può aspirare a questa visione. E' un percorso di riscoperta e valorizzazione del proprio patrimonio (storico, culturale, di tradizioni, di specificità, etc.) che punta a capire come crescere in modo creativo.
Analizzando il processo che ha portato alla definizione attuale di Smart City, iniziato con l'IBM e ripreso poi dall'Unione Europea e dall'Università di Vienna, si vede come la componente sociale abbia acquisito sempre più importanza. Una città è Smart quando è costruita in modo consapevole e partecipativo dalle persone, cioè dall'insieme degli attori formali e informali che la gestiscono e la vivono, quindi dalla collettività. Tutti insieme enti locali, imprese, cittadini e associazioni, sono chiamati a collaborare per individuare le scelte da operare sulla base di una visione comune.
Da questo scambio continuo di coinvolgimento e partecipazione scaturisce una comunità capace di risolvere i problemi tramite un approccio collaborativo. In tal modo gli individui creano un'entità cognitiva collettiva superiore ai limiti di ciascuno, un atteggiamento che definiamo col termine di intelligenza collettiva.
Tale intelligenza distinguerà la collettività lazy da quella smart e le permetterà di indossare le giuste lenti per saper leggere la realtà locale ed interpretarne le specificità.
Questo risultato è raggiungibile attraverso l'acquisizione di caratteristiche quali partecipazione, adattabilità, propositività, efficacia, rispetto dell'ambiente e soddisfazione, intesa in un'accezione personale che scaturisce dal benessere della collettività.
L'unione di tali intenti è sintetizzabile nella ricerca costante e continua di quello che potremmo definire benessere sostenibile. Un benessere che porta in sé quelle qualità di giustizia ed uguaglianza sociale che è sempre bene non sottovalutare quando si pone l'attenzione sullo sviluppo, spesso declinato con accezione puramente economica.
Coen, Sara; Costi, Andrea; D'Ippoliti, Isabella.