La forza dei territori deboli
Come le politiche culturali legate ai territori possono innescare processi di sviluppo locale?Master Eco-Polis - Workshop Sardegna 2011
Nel 1973 è uscito un saggio di Mark Granovetter intitolato “La forza dei legami deboli”, parafrasando quel titolo potremmo parlare di “forza dei territori deboli”, con qualcosa che assomiglia più a una metafora che a una parafrasi.
In tutta la Sardegna esiste una ricca e fervida attività culturale di varia natura, legata alle tradizioni dell’isola ma anche innovativa, locale e internazionale, nel campo della musica, dell’arte, dell’artigianato, del cinema, della gastronomia, della poesia, della letteratura, della fotografia, della danza e del folklore. Gran parte di queste iniziative culturali ed eventi, sia i più grandi sia i più piccoli, avvengono in aree a bassa densità, aree che sovente soffrono di spopolamento, disoccupazione e abbandono per gran parte dell’anno. Gli eventi e le attività più importanti non contribuiscono alla promozione delle attività e degli eventi più piccoli, che pur essendo spesso di forte interesse collettivo, non arrivano a “costruire” un adeguato bacino di fruitori.
Inoltre anche gli eventi e le attività più “internazionali” non possono essere considerati dei veri e propri attrattori di turismo, non essendo accompagnati da una buona pianificazione dell’accoglienza, della ricettività e della mobilità interna all’isola.
In sostanza il numero significativo di eventi e di attività costituisce senz’altro una risorsa riconoscibile, che però resta poco valorizzata poiché composta da episodi isolati nel tempo e nello spazio, che non costruisce rete, che non è programmata e promossa in maniera coordinata, che non fa sistema con altre attività.
Nasce l’esigenza di consolidare, valorizzare e promuovere le iniziative culturali sul territorio attraverso un sistema organizzato all’interno del quale una consolidata massa critica di fruitori attenti, quelli che potremmo chiamare gli Amigos de Sardigna (abitanti, emigrati di breve e lungo periodo, turisti “sensibili”), possa diventare un insieme di attivatori, protagonisti e diffusori.
Per il conseguimento di questo obiettivo diventa fondamentale una pianificazione appropriata ed una qualificazione delle esperienze culturali in Sardegna, all’interno di una politica culturale territoriale volta allo sviluppo locale.
Il rapporto comunità-territorio dovrebbe essere inteso come un enorme patrimonio e, in questo senso, l’evento culturale gioca un ruolo cruciale nella comprensione e percezione dello spazio da parte delle comunità che lo vivono. Secondo questa prospettiva gli eventi sono concepiti come “attività degli abitanti”, capaci di stimolare la riappropriazione di valori di qualità culturale e ambientale legati alle diverse identità, ma anche di essere “poli” capaci di innescare processi più ampi, di rafforzare l’economia e le società locali e contemporaneamente di consolidare diversi tipi di turismi “alternativi”.
Le tre aree scelte: Villanova Monteleone, Asinara e Argentiera, costituiscono tre paesaggi culturali che vivono attualmente differenti crisi, forme di “abbandono” e disorientamento rispetto alle prospettive di sviluppo: possono quindi diventare luoghi interessanti di “sperimentazione” sulla cui base costruire le linee guida per una politica culturale innovativa per il Nord Sardegna, estendibile su tutto il territorio regionale.
Aree di lavoro
- Territorio di Villanova Monteleone, Monteleone Rocca Doria e Montresta;
- Isola dell’Asinara;
- Territorio dell'Argentiera-Nurra (Insediamento minerario all’interno del Parco Geominerario)
Vademecum
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