Il disegno urbano, inteso come strumento che cerca una corretta disposizione, utilizzazione e funzionalità della città e dello spazio, è l'occasione progettuale per la costruzione di buone pratiche che siano in grado di coniugare tecniche e teorie architettoniche, paesaggistiche e urbanistiche con i concetti di sviluppo locale, economia, politica e governance (in generale le discipline riconducibili al campo delle scienze sociali).
In questo quadro di riferimento, si comprende come, nel momento in cui si definiscono i canoni fisici e morfologici della città si stia lavorando per l'uomo e con l'uomo.
L'idea alla base della progettazione urbana è quindi quella di riuscire a facilitare sia i "contatti" spaziali tra contesti urbani, sia agevolare i collegamenti tra persone e gruppi di utenti della città.
Alla luce di questa considerazione, risulta inevitabile assegnare alla pratica di urban design una ulteriore caratterizzazione riconducibile al concetto di equità sociale, fino a trasformarlo in una nuova entità progettuale: l'Urban Design Democratico.
Matter&meta, Machizukuri, mappa dei sensi e ricette urbane offrono un'interpretazione della fruizione degli spazi di aggregazione la cui connotazione può variare rispetto alla visione stereotipata razionalista degli stessi (spesso caratteristica dei progettisti).
Portare a termine con successo un processo partecipativo orientato alla realizzazione di un progetto il più possibile condiviso, fondato sulla partecipazione, è come riuscire ad estrarre musica da una grande orchestra: si scelgono i pezzi in base allo spartito che si vuole suonare, si opera affinché ogni strumentista sia in grado di offrire il massimo in armonia e in sintonia con gli altri, si offre una buona performance e infine si crea un gruppo.
Autori:
Athenea Sosa, Davide Petrollino, Estefania Aviles, Francesco Micciché, Hiroki Yamada, Matteo Pecora, Silvia Rossi, Yuki Uchida.