lunedì 18 maggio 2009

Inquinamento “virtuale” ?

La moderna tecnologia non è amica dell'ambiente. Internet e le nuove tecnologie di comunicazione stanno incidendo, forse in maniera insospettabile, sulle attuali emissioni di inquinanti nell'atmosfera. Industria pesante, gas di scarico e traffico non sono più gli unici responsabili del riscaldamento della temperatura della terra. Accendere il nostro pc e inviare una email in giro per il mondo non è affatto un'azione neutra in termini ambientali: alcune stime suggeriscono che sono ben 152 miliardi i Kwh che vengono consumati ogni anno, solamente per la corrente elettrica necessaria a far funzionare la rete. Se a questa cifra aggiungiamo tutta l'energia consumata dal miliardo circa di computer presenti nel mondo si stima che la produzione di CO2 incida per il 2% sulle emissioni totali. Secondo i dati forniti dallo stesso Google, la produzione di elettricità necessaria per una singola ricerca su internet genera 200 milligrammi di anidride carbonica; altre ricerche parlano di ben 7 grammi di CO2 equivalente. Il dato può sembrare irrisorio ma ad esempio mille ricerche in internet producono la stessa quantità di anidride emessa da una media vettura europea per percorrere un chilometro. Secondo la coalizione internazionale The Climate Group le emissioni totale provenienti dai computer cresceranno del 280% da qui al 2020, l'equivalente di 1.4 miliardi di tonnellate di CO2.
Dal 2000 al 2005 il consumo di energia elettrica dei grandi calcolatori è raddoppiato; nel 2006, nella sola Germania, i circa cinquantamila grandi centri di calcolo elettronico assorbivano la produzione di una intera centrale nucleare. Secondo gli esperti l'unico rimedio sarà quello di concentrare la tecnologia: paradossalmente un ritorno al passato, con enormi calcolatori centralizzati simili ai vecchi supercomputer, potrà aiutare a ridurre il consumo energetico fino all'80%.
E cosa dire del famigerato "spam", la pubblicità spazzatura che intasa Internet e le nostre caselle di posta? Un rapporto della società di sicurezza McAfee e della società di consulenza ambientale ICF international ha calcolato che i 62 trilioni di messaggi di posta indesiderata, che ogni anno vengono inviati, consumano ben 33 miliardi di kilowattora, sufficienti ad alimentare quasi due milioni e mezzo di abitazioni, ed equivalenti a 17 milioni di tonnellate di CO2.


JEANMY BALLESTAS RUEDA, LUCA BARRACO, MARIA VITTORIA MASTELLA
CAMILLA SABATTINI, DANIELA POGGIALI, EROS TOPPANO, NORA GUANES
MARCELLO FOLEGATTI