lunedì 29 marzo 2010

Diritto alla salute e sostenibilità ambientale sono complementari?

Il sì definitivo alla riforma sanitaria americana offre l’occasione per riflettere su un diritto sancito da molte costituzioni sparse da oriente a occidente ma non sempre rispettato. La suddetta riforma rappresenta senza ombra di dubbio un passo in avanti verso una più diffusa tutela del diritto alla salute estendendo l’assistenza medica gratuita a 32 milioni di Americani che ne erano finora sprovvisti. Questo non è certo l’unico aspetto, è forse quello più propagandistico dal momento che il presidente Obama ha legato la sua immagine al passaggio del provvedimento. Entrando maggiormente nel merito, la legge vieta alle assicurazioni private di negare le cure a persone che si ammalano gravemente e ai bambini affetti da patologie preesistenti (che è quanto accade oggi nel paese guida del mondo libero) e permette polizze familiari che tutelano anche i figli fino ai 26 anni. Ma al tempo stesso lascia la salute completamente nelle mani delle compagnie private.



Pertanto, da una parte sono stati imposti controlli e limitazioni alle speculazioni assicurative, dall’altra il sistema rimane improntato quasi esclusivamente sull’assistenza medica privata. Il commento più puntuale è quindi quello dello stesso presidente: “Questa non è una riforma radicale ma è una grande riforma. Questo è il vero cambiamento”.



Di conseguenza siamo ancora ben lontani dai sistemi Europei totalmente nazionalizzati. Se infatti analizziamo le democrazie occidentali, risalta l’organizzazione Europea, strutturata su un accesso pubblico garantito a tutti i cittadini appartenenti ai Paesi dell’U.E.



L’Italia, pur non vantando molti centri di eccellenza, risulta possedere un livello medio di tutela della salute piuttosto elevato. Il Servizio Sanitario Nazionale in Italia[1] fornisce l’assistenza medica gratuita o a basso costo a tutti i residenti ed ai loro familiari oltre che agli studenti universitari e ai pensionati e il soccorso di emergenza ai turisti, indipendentemente dalla loro nazionalità.



La concezione stessa dello Stato è improntata a garantire pari accesso a tutti. Nel corso degli anni il suo ruolo si è trasformato da gestore dei servizi sanitari a garante dell’equità nell’accesso alle prestazioni così come sancito dall’Articolo 32 della costituzione.



L’Occidente… Ma nel globo terrestre vi è Occidente e Occidente. Basta volgere lo sguardo più a Sud e analizzare le costituzioni dei Paesi latino-americani, in cui il diritto alla vita e all’assistenza sanitaria è previsto ovunque. Entrare nello specifico di ogni singolo Paese richiederebbe un’analisi molto approfondita ma basta prendere esempio da realtà come Cile e Argentina dove una prestazione molto elevata è direttamente proporzionale alla copertura assicurativa che il singolo cittadino può permettersi. Il servizio Pubblico, al contrario, è scadente o non all’altezza del privato.



Un caso positivo è sicuramente quello del Brasile. Il sistema sanitario Brasiliano, SUS[2], ha molte analogie con l’apparato italiano: il servizio è gratuito per tutti i cittadini ma essendo lo Stato molto esteso, ha una livello di prestazione crescente se ci si sposta dal Nord al Sud del Paese. Fondamentalmente non vi è una grande divisione tra strutture pubbliche e private, anche se queste ultime sono preferite da un’alta percentuale di cittadini. Nonostante la complessità dovuta alle enormi dimensioni geografiche, la struttura pubblica è presente e soprattutto a livello comunale svolge un servizio rilevante.



La tematica della tutela ambientale deve però essere considerata da diversi punti di vista, non certo in maniera unilaterale dalla parte dei cittadini del mondo industrializzato che resisi conto dei soprusi effettuati per decenni, vogliono esportare nuovi ideali a chi per vivere ha bisogno di soddisfare prima altre esigenze.



Questo è l’obiettivo dell’OMS: il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, definita come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità.



La sostenibilità ambientale non deriva esclusivamente dal rispetto della natura né dalla sostenibilità dello sviluppo ma da ben altro, ovvero dall’estensione di tutti quei diritti, tra cui quello alla salute, che possano permettere alle persone di occuparsi d’altro, liberi finalmente dalla preoccupazione della fine non solo dell’ecosistema terra ma della propria esistenza.





Lorenzo Mormiro, Mauro Cossu, Gloria De La Barra Velasquez Oliveira, Sandra Cavalcante Dias



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[1] Il Servizio Sanitario Nazionale in Italia (SSN) è stato stabilito nel 1978 ed ha sostituito il sistema precedente di assicurazione statale fondato dopo la Seconda Guerra Mondiale.



[2] Il Sistema Único de Saúde (SUS), stabilito nel 1988 dalla Costituzione Federale Brasiliana, é uno dei maggiori sistemi sanitari pubblici del mondo. Comprende dal semplice servizio ambulatoriale al trapianto di organi, con l’obiettivo di garantire un accesso integrale, universale e gratuito a tutta la popolazione brasiliana.