lunedì 20 aprile 2009

Il Compasso Ligneo

UNA TECNICA COSTRUTTIVA SEMPLICE REPLICABILE E SVILUPPABILE

Un compasso di derivazione nubiana si è rivelato,grazie all'intraprendenza e al fervore intellettuale dell'Arch. Fabrizio Caròla,uno strumento dalle molteplici applicazioni.

Da un compasso ligneo ancorato al centro di una pianta circolare con braccio uguale al raggio, si ottenevano cupole sferiche, simili alle capanne delle popolazioni nomadi; una semplice ma non banale modifica di questo strumento ha sancito il passaggio dalla cupola sferica ad ogiva.

Sempre fissato al centro, con un raggio maggiorato di una variabile "x" e un'origine dello stesso ad un'altezza "y", permette di slanciare e spanciare la struttura stessa, garantendo il totale utilizzo del volume interno ed eliminando la sensazione di oppressione tipica della sferica.





La genialità della soluzione è arricchita dalle sue molteplici potenzialità:



  • Semplicità di utilizzo;

  • Replicabilità o riproducibilità;

  • Realizzazione di auto-costruzioni, estremamente semplici e alla portata di tutti;

  • Molteplicità delle forme ottenibili con poche variazioni;

  • Bellezza delle architetture;

  • Uso di materiali naturali:pietra, tufo, mattoni



L'applicabilità di questo ha trovato la sua piena espressione in Africa.

In Mali lo Cheval Blanc, un hotel dall' atmosfera paradisiaca; in Mauritania l'Ospedale di Kaedì la cui progettazione trova la sua concretezza nel soddisfacimento dei bisogni dei pazienti.





Come ebbe a dire lo stesso Caròla:

"Durante la mia indagine preliminare, visitando le vecchia struttura, fui colpito dalla confusione creata dalla presenza permanente delle famiglie dei pazienti che intralciavano i movimenti dei medici e degli infermieri. Interrogati, i medici mi risposero che l'assistenza dei familiari era indispensabile, avendo constatato che questa presenza continua dei parenti contribuiva alla loro guarigione. Fui molto toccato da questa informazione e posi questo dato, che ho chiamato famiglio-terapia, alla base del nuovo progetto. Dopo molte riflessioni e tentativi pensai di fare "esplodere la pianta" e, invece di un ospedale compatto, realizzare un edificio aperto che permettesse alle famiglie di accamparsi in prossimità delle camere di degenza".



E' la famiglio-terapia che detta le soluzioni progettuali: la disgregazione della pianta e un doppio accesso per ogni "camera" ( uno riservato ai medici, l'altro sul cortile esterno luogo di ritrovo per i parenti a stretto e continuo contatto con i pazienti )diventano legge nella struttura ospedaliera.